Il servizio buono nella credenza
Mia madre aveva il “servizio buono” nella credenza . Lo guardavo, impilato ed elegante dietro il vetro, ogni volta che mi sedevo a tavola perché era proprio sistemato davanti ai miei occhi. Chiedevo a mia madre:” Perché non lo usiamo”? E lei rispondeva che era il servizio per le grandi occasioni, per gli ospiti. A me sembrava uno spreco, ma lei mi spiegava che quei servizi erano delicati, dovevano essere lavati uno alla volta, non in lavastoviglie, ma sopratutto mi diceva che “era importante avere qualcosa da desiderare, che ti aspettasse, che non fosse scontato”.
Noi non è che mangiassimo con dei piatti brutti, anzi, ma quel servizio era un’attrazione e siccome all’epoca era l’intoccabile, mi sembrava solo un’esagerazione di mamma.
Quando vado a trovare mia mamma, più che l’intoccabile, è diventato l’immortale: non uno sbecco, una piccola crepa, un cedimento. È sopravvissuto a 7 nipoti, cani e a qualche ospite privilegiato.
Non mi interessa più pretenderlo, mi piace saperlo li dov’è. Come una carezza e la conferma che esistono piccole e squisite conquiste.
Tutto molto romantico, ma non fa per me. Io li colleziono, li uso, li voglio ogni giorno. E voi?