Il Progetto
Ho voluto creare questa pagina “A occhio e quanto basta” perché la mia pagina Instagram : @aocchioequantobasta è diventata una comunità che mi ha stupita per la partecipazione e l’entusiasmo con il quale tanti amici hanno accolto la mia filosofia di vita.
Tutto ha origine dalle mie due nonne: Emma nata a Mantova, ma vissuta a Bologna fino a 98 anni , la regina dei tortellini che ha preparato fino alla fine dei suoi giorni e nonna Angelina, nata a Petronà e vissuta ad Addis Abeba nel periodo in cui la famiglia di orafi aveva aperto delle gioiellerie in Etiopia e poi rientrata a Castrovillari (la sua storia meriterebbe un romanzo…).
Anche Angelina era una cuoca straordinaria e io la ricordo sempre in movimento nella sua cucina, con la collana di perle, i capelli ricci raccolti in uno chignon che sembrava un ricamo e la pasta al forno con le polpettine fritte.
Sono loro che mi hanno ispirata, la loro eleganza e la capacità di gestire la famiglia, gli affetti, la casa e il lavoro, senza trascurare nulla, senza far pesare la fatica o il poco tempo a disposizione per se stesse. Le ricordo bellissime, così come la mia mamma, mia sorella ed io, raccolte in cucina con lo stesso orgoglio con cui abbiamo gestito le nostre carriere e le nostre vite.
Quando provavi a chiedere alle nonne le dosi rispondevano sempre: a occhio. Ed è un’immensa eredità questa, motore della mia pagina.
Non dobbiamo essere perfette, ma appassionate. Non ci deve spaventare il tempo, l’ingrediente che manca, basta una dispensa sacra come un altarino, che sarà la nostra salvezza, l’attitudine all’altruismo, all’improvvisazione e vi assicuro un risultato indimenticabile.
Questo insegno a chi mi segue e questo mi riconoscete quando mi fermate per ringraziarmi per le mie ricette. Vi siete affidate a me e avete ricominciato o iniziato a vivere diversamente la cucina senza preoccuparvi di sbagliare.
Nel mio romanzo “Verrà il vento e ti parlerà di me” (edito da Garzanti) racconto la storia di una nonna che regala a sua nipote un ricettario: ogni ricetta è legata ad un ricordo della sua vita, con la speranza di non farle lasciare la sua terra di origine anche se lei scalpita per cercare il suo posto nel mondo. Non è assolutamente autobiografico, ma anche io ho lasciato la mia regione per cercare il mio posto nel mondo. Oggi che ce l’ho, oggi che ho realizzato ogni sogno professionale e personale, vorrei dedicarmi sempre di più all’artigianato, alla cucina, alle tradizioni, perché non c’è futuro senza memoria. Soprattutto durante la pandemia ho voluto condividere le mie passioni con tutti voi, aprire le porte della mia casa, della mia cucina, sostenere tanti artigiani e tanti sogni che rischiavano di sfumare a causa delle difficoltà del momento. Sono felice di farvi sedere alla mia tavola, di accogliervi, di condividere il buono, così come quando cucini per qualcuno. Io che sono una comunicatrice penso che si debba mostrare la bellezza per contagiare di buono.